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I ritracciamenti di Fibonacci nel trading

22/11/2019

L’analisi tecnica utilizzata per gestire le strategie operative nel trading online è una sorta di cassetta degli attrezzi da cui i trader posso attingere a piene mani, a condizione di studiare i meccanismi di funzionamento di ogni singolo strumento e di avere ben chiari i limiti, pratici e teorici, di ciò che questi strumenti sono in grado di fare.
La maggior parte dei trader, specialmente quelli neofiti, quando prendono in considerazione l’analisi tecnica confondono il supporto che questa offre alla gestione del rischio con le sue ipotetiche capacità previsionali. L’analisi tecnica, infatti, non consente di prevedere il futuro, ma piuttosto di gestire le posizioni considerando le maggiori o minori probabilità che un evento, favorevole o avverso, si verifichi.

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La sequenza di Fibonacci nell’analisi tecnica

In questo senso, i ritracciamenti di Fibonacci non fanno eccezione. L’elemento portante di questo indicatore, infatti, si basa sugli studi di un importante matematico vissuto nel ‘200, Leonardo Pisano detto il Fibonacci, che identificò una sequenza di numeri dalle molteplici peculiarità e che venne quindi detta la successione o sequenza di Fibonacci o successione aurea.

Tra gli aspetti della sequenza che interessano l’operatività finanziaria, c’è il rapporto tra ognuno dei numeri e il suo precedente.

Nel corso del tempo sono stati presi in considerazione dagli analisti finanziari alcuni rapporti che, statisticamente, sono apparsi maggiormente significativi, considerando che il risultato tende a stabilizzarsi dopo i primi numeri. In particolare:

  • n/(n+3) (ogni numero diviso per il terzo numero della sequenza a lui successivo) = 0,236
  • n/(n+2) (ogni numero diviso per il secondo a lui successivo) = 0,382
  • n/(n+1) (ogni numero diviso per il successivo) = 0,618

A questa nuova sequenza di risultati vengono poi aggiunti altri due rapporti importanti: 0,5 e 1.
Esprimendo infine questi rapporti in percentuale rispetto all’unità, otteniamo una nuova sequenza significativa: 0%, 23,6%, 38,2%, 50,0%, 61,8% e 100%.

I ritracciamenti di Fibonacci sulla piattaforma

Senza entrare ulteriormente nei dettagli (anche se un po’ di matematica deve far parte del bagaglio di conoscenze del trader esperto), ciò che emerge sono alcuni valori in percentuale (a cui se ne aggiungono altri meno utilizzati, definiti “estensioni”) che trovano ampio spazio nell’analisi tecnica. Queste percentuali sembrano corrispondere ad altrettanti livelli di variazione del prezzo di un titolo a cui sarebbe maggiore la probabilità di un ritracciamento. Da qui, appunto, il nome dell’indicatore.

Questo indicatore è ormai presente su tutte le piattaforme di trading, e il suo utilizzo è abbastanza semplice. Tuttavia, le indicazioni da esso ottenute non possono essere prese alla lettera ma dovrebbero essere considerate come un’indicazione di un’area di possibile inversione.
Volendo applicarlo a un trend, sarà necessario prima di tutto tracciare una linea sul grafico che lo identifichi e sui cui trovare eventuali punti di ritracciamento. In caso di trend rialzista, il primo punto della nostra linea sarà il primo minimo del trend, mentre il secondo punto sarà l’ultimo massimo prima della fine del trend rialzista e della successiva rottura al ribasso.

In questo modo verranno indicate sul grafico alcune linee orizzontali che riporteranno le percentuali di Fibonacci, con il 100% sul minimo e lo 0% sul massimo. Proseguendo il trend, si potranno avere ritracciamenti ai livelli di Fibonacci.

Naturalmente, dovrà essere fatto il contrario per applicare i ritracciamenti a un trend ribassista: il primo punto della linea di tendenza sarà il primo massimo e il secondo punto l’ultimo minimo prima della fine del trend.

Sul grafico verranno indicate le linee delle percentuali di Fibonacci con lo 0% sul massimo e il 100% sul minimo.

Gli Archi per fare trading con Fibonacci

Un altro modo di utilizzare i ritracciamenti di Fibonacci è quello degli archi. Si tratta di un indicatore simile al precedente ma che appare graficamente come una serie concentrica di archi da sovrapporre all’andamento del prezzo del titolo considerato.

Gli archi consentono di individuare in particolare possibili inversioni di tendenza, con particolare importanza assunta dalla rottura della percentuale indicata dal terzo arco.

Elliott e Fibonacci

Nel corso del tempo, la sequenza e i calcoli di Fibonacci hanno influenzato più di un analista finanziario, ma chi può essere considerato il suo più importante estimatore è Ralph N. Elliott, che nei primi decenni del secolo scorso studiò i mercati basandosi sulle intuizioni di Charles Dow. Elliott riteneva che i mercati fossero ciclici e sviluppò quindi una tecnica di analisi secondo cui il mercato si muoverebbe “a onde”, la cui ampiezza è calcolata sulla base della sequenza di Fibonacci.

In particolare, il modello base della teoria delle onde di Elliott identifica otto movimenti o onde che, per costituire questo movimento, devono rispondere a precisi parametri. Le prime cinque onde, definite “impulsi”, spingono – a fasi alternate, cioè con minimi e massimi sempre crescenti – in una direzione (rialzista o ribassista); ad esse poi segue un’inversione di tendenza e tre fasi di trend contrario (“correzioni”), sempre a fasi alternate.

Ogni fase di otto onde andrà poi a comporre una singola onda di una tendenza più ampia di otto onde “composte”.

di Andrea Fiorini

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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