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Coefficiente di correlazione: cos’è e a cosa serve

23/10/2019

Azioniobbligazioni, fondi, ETF: le possibilità d’investimento per i nostri risparmiatori sono in continua crescita ed evoluzione. Ognuna di esse ha le sue caratteristiche e finalità di utilizzo che combinate opportunamente possono aiutare gli investitori a raggiungere i più svariati obiettivi: dalla possibilità di ottenere un reddito integrativo per la pensione al desiderio di accumulare capitale per i futuri studi dei nostri figli e nipoti.

Tuttavia conoscere la sola tipologia di strumenti finanziari offerti non è sufficiente: ognuno di essi può riguardare una precisa asset class, valuta e strategia d’investimento. Basti per esempio pensare a tutti i fondi disponibili: ci sono quelli azionari, obbligazionari, bilanciati, a distribuzione, con copertura del rischio cambio.

Sono quindi tante le informazioni da valutare quando l’investitore compie i “primi passi” nel mondo degli investimenti e decide di “costruire” il proprio portafoglio. Con i giusti accorgimenti è possibile farlo in assoluta sicurezza. Scopriamo come.

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La diversificazione degli investimenti

Una delle colonne portanti di un’efficace costruzione di portafoglio risiede nel concetto di diversificazione del portafoglio, cioè nella scelta di ripartire il capitale investito tra diverse tipologie di attività finanziarie e di non concentrarlo su una (o poco più) di esse. Un adeguato livello di diversificazione permette di ridurre il rischio complessivo del portafoglio, senza intaccare la performance finale: le perdite di uno strumento infatti possono essere compensate dai guadagni di un altro, per esempio.

Quando la diversificazione è efficace? Ecco la correlazione

Per rendere veramente efficace la diversificazione è importante non solo aumentare il numero degli strumenti in portafoglio in cui è ripartito il capitale, ma anche monitorare il coefficiente di correlazione esistente tra gli stessi. Questo coefficiente è un indicatore utile a valutare l’intensità con cui gli strumenti finanziari si muovono insieme sul mercato, il cui valore può variare tra -1 e 1:

  • quando la correlazione è positiva significa che i due strumenti analizzati si muovono sul mercato “nella stessa direzione” (entrambi salgono o scendono);
  • quando la correlazione è negativa significa che i due strumenti si muovono seguendo “direzioni opposte” (quindi uno sale, l’altro scende);
  • quando il coefficiente oscilla intorno allo zero, significa che siamo di fronte a una sostanziale indipendenza tra i movimenti dei due strumenti.

Come si evince da questa breve descrizione, la “forza” della correlazione sta proprio nel permettere di individuare (e valutare) i movimenti degli strumenti in portafoglio e di costruirne così uno ben diversificato. È meglio avere in portafoglio strumenti che si muovono all’unisono o strumenti che invece reagiscono diversamente agli eventi di mercato? Una domanda che ai più può sembrare banale, ma che consente a chi è alle “prime armi” di mettere bene a fuoco un punto fondamentale degli investimenti.

Coefficiente di correlazione e mercato

Illustrata la teoria, passiamo alla pratica. Qual è il coefficiente di correlazione oggi tra le principali asset class del mercato? La tabella sottostante mostra questa “panoramica”.

Complessivamente le correlazioni negli ultimi 10 anni si sono mantenute intorno allo zero, indicando un andamento pressoché indipendente tra le diverse asset class. Tuttavia alcuni messaggi di fondo emergono con relativa chiarezza:

  • l’azionario dei Paesi Emergenti e quello dei mercati sviluppati presenta una forte e positiva correlazione;
  • il mercato valutario (rappresentato in questo caso dall’andamento del dollaro USA) risulta invece negativamente correlato contro tutte le altre principali asset class.
  • l’obbligazionario invece è l’asset class che presenta il minor livello complessivo di correlazione, che diventa negativa nei confronti del mercato azionario globale.

L’analisi di queste dinamiche suggerisce importanti spunti da tenere bene a mente in fase di costruzione e valutazione di un portafoglio. Avere una soluzione d’investimento adeguatamente diversificata e saperla valutare nel modo corretto permette anche all’investitore alle prime armi di vivere serenamente la sua “vita finanziaria” e sopportare la volatilità dei mercati con più serenità.

di AdviseOnly

 

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L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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