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Beni rifugio: quali sono e a cosa servono?

22/10/2019

Per definizione i beni rifugio sono quei beni dotati di un valore intrinseco, “reale”, che tendenzialmente si mantiene anche nei periodi di turbolenza dei mercati o quando l’economia registra un aumento dell’inflazione, cioè del livello generale dei prezzi. L’investimento in un bene rifugio risponde quindi più che altro a un’esigenza di protezione in una fase di recessione economica, di crisi finanziaria e di forte instabilità dei prezzi.

E se è vero che nei momenti di turbolenza la richiesta di questo tipo di beni si fa più alta – in scia al cosiddetto flight-to-quality (ovvero lo spostamento in massa degli investitori su posizioni in grado di garantire più stabilità e, appunto, un riparo dalle intemperie), è anche vero che nei periodi di maggiore tranquillità questi investimenti non offrono grande soddisfazione in termini di rendimento.

Tutto ciò premesso, ci chiediamo: quali sono i beni rifugio? Vediamoli, asset class per asset class.

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Trovare rifugio nei titoli di Stato

Sono considerati beni rifugio i titoli di Stato emessi dai Paesi più solidi a livello economico e finanziario. Due su tutti il Bund tedesco e il Treasury USA, entrambi a 10 anni. Perché? Secondo le agenzie di rating l’affidabilità creditizia di Germania e Stati Uniti è alta, cioè  difficilmente Berlino e Washington avranno difficoltà a rimborsare i loro debiti alla scadenza dei titoli emessi.

Il rovescio della medaglia è il rendimento, non particolarmente brillante soprattutto quando scatta il flight-to-quality: la “fuga verso la qualità” mette il turbo alla domanda, che a sua volta alimenta il valore dei titoli già in circolazione ma abbassa il tasso di interesse di quelli di nuova emissione.

Valute come bene rifugio

Analogamente, le valute che hanno come sottostante un Paese o un’area economica con buoni dati macro e conti pubblici mediamente in ordine sono decisamente meno esposte alla svalutazione e, dunque, sono viste come un possibile rifugio.

Proprio perché sono valute “forti” (si parla infatti di hard currencies), vengono spesso utilizzate come riserva da Paesi e banche centrali. Risponde a questo profilo, per esempio, il dollaro USA. Ma anche lo yen – che non a caso si apprezza quando sui mercati imperversa, più o meno forte, l’incertezza – e il franco svizzero.

Oro, il bene rifugio per eccellenza

Il primo prodotto che viene in mente quando si pronuncia la formula “bene rifugio” è l’oro, una commodity, una materia prima, considerata un fortino nel quale trovare riparo non solo quando sulle piazze finanziarie si scatena l’ondata dei ribassi, ma anche quando l’inflazione aumenta ben oltre i tassi auspicati dalle banche centrali. Tra le materie prime su cui si fa commodity trading e che rappresentano un classico bene rifugio, rientrano anche l’argento e il platino, metalli preziosi seppure meno pregiati del metallo giallo.

L’investimento in oro – così come negli altri metalli – non rende granché, ma è consigliabile, in un’ottica di diversificazione del portafoglio, a chi vuole cautelarsi da eventi estremi.

Nota a margine: piuttosto che stipare in casa lingotti e monete d’oro – cosa oggettivamente difficile – un investitore medio/piccolo, volendo, può accedere all’oro e agli altri metalli preziosi attraverso appositi ETF ed ETC.

Beni rifugio per “veri intenditori”

Vini, gioielli, orologi, opere d’arte, immobili: qui ci addentriamo in un variegato campo minato nel quale l’assistenza di una consulenza altamente specializzata può decisamente fare la differenza.

Un profano, per esempio, potrebbe considerare furbo investire nei vini quando ancora sono nelle botti, per poi guadagnare con la maturazione e l’invecchiamento: ma cosa ci assicura che, invecchiando, quei vini acquisiranno qualità e pregio e, soprattutto, che ci sarà qualcuno interessato a comprarli? Discorso analogo per l’universo dell’arte, per i gioielli, per i singoli diamanti e le perle naturali, per gli orologi.

Altro investimento che in Italia è tradizionalmente considerato un “rifugio” è l’investimento in immobili. Ma molto dipende dalla fascia: se è top di gamma (per esempio, un prestigioso palazzo storico in centro città), allora sì, il gioco può valere la candela.

Difendersi con le azioni

Sebbene non possano propriamente considerarsi un “bene rifugio”, in qualche modo si comportano come tali le azioni appartenenti a settori anticiclici, tipicamente difensive proprio perché risentono meno delle varie fasi del ciclo economico: fanno meno bene delle azioni cicliche nelle fasi espansive, ma in compenso tengono meglio in quelle recessive.

 

di AdviseOnly

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L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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